Formazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

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il FIGLIO dell'UOMO

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2009 dal 5 al 12 Aprile

8a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

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ORDINE LAICO dei " CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

dai GIORNALI di OGGI

25 APRILE LIBERAZIONE - Napolitano:

"I valori della Resistenza vivono nella Costituzione"

Il capo dello Stato: "Sono ideali validi per tutti,

anche per chi visse diversamente gli anni '43-'45"

Napolitano: "Celebrare la Resistenza,

piaccia o no partigiani fondamentali" (23 aprile 2009)

E sul 25 aprile: è una festa di tutti, i valori dell'antifascismo furono popolari

Napolitano:

"Più governabilità, ma non si alteri la Costituzione"

Richiamo sulla Carta: "Legittimo modificarla ma servono motivazioni convincenti.

Non è residuato bellico"

Milano, Roma, Onna e Marzabotto:

gli italiani celebrano la Liberazione

Manifestazioni in tutto il Paese. Berlusconi, Franceschini e Casini nel luogo simbolo del sisma del 6 aprile

Nel capoluogo lombardo il corteo con Epifani,

Scalfaro e Formigoni

2009-04-25

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

 

Dal sito del il QUIRINALE

http://www.quirinale.it

http://www.quirinale.it/Discorsi/Discorso.asp?id=38582

COSTITUZIONE ITALIANA

Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione dell'incontro con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma

I PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA ITALIANA

DALLA COSTITUZIONE AD OGGI :

PILASTRI GARANTI DELL'UNITA' DELLO STATO , DELLA DEMOCRAZIA E DELLA COSTITUZIONE

ENRICO DE NICOLA 1948

LUIGI ENAUDI 1948-1954

GIOVANNI GRONCHI 1955-1962

ANTONIO SEGNI 1962-1964

GIUSEPPE SARAGAT 1964-1971

GIOVANNI LEONE 1971-1978

SANDRO PERTINI 1978-1985

FRANCESCO COSSIGA 1985-1992

OSCAR LUIGI SCALFARO 1992-1999

10°

CARLO AZELIO CIAMPI 1999-2006

11°

GIORGIO NAPOLITANO IN CARICA DAL 2006

 

ROMA

QUIRINALE

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ROMA

PALAZZO CHIGI

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http://www. palazzochigi.it

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http://www. camera.it/

 

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ROMA

S. PIETRO

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LA CORTE COSTITUZIONALE

IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

CONSULTA ON-LINE

EMERGENZA 118

POLIZIA 113

CARABINIERI 112

GUARDIA DI FINANZA

CORPO FORESTALE

POLIZIA PENITENZIARIA

LA GIUSTIZIA

IL LAVORO

La SANITA', la SALUTE

La SCUOLA

La FORMAZIONE PROFESSIONALE

MINIST. AMBIENTE

ARPA BO BA TO MI RO

PROTEZIONE CIVILE

VIGILI DEL FUOCO

BA TA PZ BO FI

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Dell’

UNIONE

EUROPEA

http://europa.eu.int/index_it.htm

L'EUROPA

ONU

ONU ITALIA

FAO Food and Agriculture Organizzation of United Nation

WHO Organizzazione Mondiale della Sanità

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mediaset.it/

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RADIO-TV

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http://www. radiomaria.it/

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CITTA’ DI MARTINA FRANCA

AC MARTINA

ITINERARI TURISTICO RELIGIOSI PUGLIA e BASILICATA

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CORRIERE della SERA

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2009-04-26

Berlusconi: "Il disegno

di legge su Salò sarà ritirato"

Il presidente del Consiglio accoglie la proposta del leader del Pd Franceschini: "Condizioni per superare il passato"

NOTIZIE CORRELATE

Franceschini: fermi quel ddl su Salò (25 apr. 2009)

RHO- PERO - "Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a proposito del disegno di legge che prevede la parificazione dei partigiani con i repubblichini della Rsi. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, sabato ha chiesto a Berlusconi di ritirarlo dopo il suo intervento, a Onna, sulla Resistenza.

SUPERARE IL PASSATO - "Mi sembra che, anche leggendo la stampa, si possa pensare davvero a superare il periodo che abbiamo alle spalle e di andare verso un comune sentimento nazionale". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, commentando la giornata di sabato per le celebrazioni del 25 aprile. "Ho detto - ha aggiunto Berlusconi, che domenica è giunto in Fiera a Milano per visitare il Salone del Mobile - che il 25 aprile dovrebbe veramente diventare la festa della riacquistata libertà".

Dario Franceschini a Udine con il "Treno per l'Europa", dove è salita la giovane candidata per le Europee Debora Serracchiani (Ansa)

Dario Franceschini a Udine con il "Treno per l'Europa", dove è salita la giovane candidata per le Europee Debora Serracchiani (Ansa)

IL SEGRETARIO DEL PD - Sono state ascoltate dunque le parole del segretario del Pd che anche da Udine domenica aveva chiesto il ritiro della proposta: "Dopo le parole voglio i fatti. Mi aspetto che lunedì il Pdl ritiri la proposta di legge che equipara i repubblichini ai partigiani". "Ho apprezzato quanto ha detto sabato da Berlusconi a Onna - aveva aggiunto ancora Franceschini - ma ora alle parole devono seguire i fatti. È inaccettabile volere equiparare chi lottò e morì per la democrazia a quelli che combatterono dalla parte sbagliata. Su questo - ha proseguito Franceschini - non può esserci ambiguità".

LA NOTA DI CICCHITTO E BOCCHINO - Poi nel pomeriggio di domenica l'apertura di Silvio Berlusconi dopo che, poche ore prima, in una nota, il capogruppo e il vice capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino avevano ribadito che il governo Berlusconi e il gruppo parlamentare del Pdl "non c'entrano niente" con la proposta sui reduci della Repubblica Sociale". "Essa, infatti, è una tipica iniziativa parlamentare individuale" e nasce "come iniziativa bipartisan" - scrivevano i due deputati. "Il governo Berlusconi non c'entra niente con questa proposta di legge e neanche il gruppo parlamentare del PdL perché essa, infatti, è una tipica iniziativa parlamentare individuale. Presentata dall'on. Barani nel mese di luglio del 2008, essa nasce come iniziativa bipartisan, tant'è che registrò la firma di una serie di parlamentari, non solo del PdL ma anche del PD come gli onorevoli Corsini, Fogliardi e Narducci, che poi hanno ritirato la firma il mese scorso".

26 aprile 2009

 

 

 

 

 

2009-04-25

lo sciame sismico continua: magnitudo 2.7 e 2.6, alle 2 di notte e alle 9.18 del mattino

Ancora scosse a L'Aquila

Attesa per l'arrivo di Berlusconi

Il premier parteciperà alla cerimonia per il 25 Aprile. Franceschini e Casini si sfiorano a Onna

L'AQUILA - Ancora scosse di terremoto in provincia dell'Aquila, nella notte e in mattinata, nella giornata delle celebrazioni per il 25 Aprile per le quali è atteso il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Intorno alle 2 di notte una scossa è stata avvertita in particolare dalla popolazione di L'Aquila, Lucoli e Scoppito, con una magnitudo locale di 2.7. E ancora alle 9.18 è stata registrata una scossa di magnitudo 2.6, con epicentro tra i Comuni di Barete, Cagnano Amiterno, Fossa, Lucoli, Ocre e Poggio Picenze.

FRANCESCHINI A FILETTO - Il leader del Pd, Dario Franceschini, in mattinata si è recato a Filetto (L'Aquila) per le celebrazioni del 25 Aprile. "L'avevo promesso, sono tornato - ha detto Franceschini -. Filetto è un luogo lontano e che rischia di essere dimenticato. Sono venuto da voi a visitare questa piccola tendopoli alcuni giorni dopo il terremoto ed ho trovato anche qui un lavoro straordinario della protezione civile e la grande dignità di una piccola comunità che si è rinsaldata ancora di più in un momento di grande difficoltà come il terremoto". Dopo avere reso omaggio alla lapide che reca i nomi delle 17 vittime della strage nazista del 7 giugno 1944, Franceschini ha salutato il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ed ha lasciato Filetto per recarsi ad Onna, epicentro del sisma.

L'INCONTRO CON CASINI - A Onna Dario Franceschini, prima di una breve visita nella tendopoli, ha incrociato il leader Udc Pier Ferdinando Casini, anche lui presente per celebrare la Liberazione e visitare i terremotati. I due leader si sono salutati, camminando in mezzo ad un alto strato di fango. "State tranquilli, ora ce ne andiamo, tanto qui creiamo solo disagio" ha detto Franceschini a volontari e sfollati nel campo di Onna. "Ora piove e le cose si complicano - ha detto poi Franceschini agli sfollati -. La ghiaia non ve l'hanno portata?". Poi un messaggio di speranza: "Adesso si riparte, so che gli abruzzesi sono gente forte".

25 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

il premier : "pietà anche per i repubblichini". il leader pd: posizione sbagliata

Napolitano, "Liberazione festa di tutti" Lite Berlusconi-Franceschini sul 25 aprile

Il capo dello Stato: "A nessun caduto di qualsiasi parte si può negare rispetto e pietà"

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mentre depone la corona d'alloro all'Altare della Patria (Afp)

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mentre depone la corona d'alloro all'Altare della Patria (Afp)

ROMA - Sono cominciate con l'omaggio all'Altare della patria a Roma le celebrazioni per la ricorrenza del 25 aprile. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deposto una corona di alloro all'Altare della Patria per il 64esimo anniversario della Festa della Liberazione. Alla cerimonia presente, per la prima volta, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che andrà poi a Onna, paese simbolo del terremoto in Abruzzo, i presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti.

NAPOLITANO - "A nessun caduto di qualsiasi parte e ai famigliari che ne hanno sofferto la perdità si può negare rispetto e pietà. Rispetto e pietà devono accomunare tutti", ha detto successivamente Napolitano, celebrando il 25 aprile al Sacrario Militare di Mignano Montelungo. "Questa è base - ha aggiunto - per una rinnovata unità nazionale, non segnata da vecchie, fatali e radicali contrapposizioni".

"Voglio ribadirlo nel modo più netto: la celebrazione del 25 aprile deve diventare finalmente occasione di ricordo, di riconoscimento, di omaggio per tutte le componenti di quel grande moto di riscatto patriottico e civile che culminò nella riconquista della libertà e dell'indipendenza del nostro paese, per tutte le sue componenti viste e onorate nella loro unitarietà", ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Sacrario Militare di Mignano Montelungo. Napolitano ha ricordato che queste componenti comprendono essenzialmente le formazioni partigiane, le popolazioni delle regioni occupate e i nostri militari che dopo l'armistizio continuarono la lotta contro l'occupante tedesco. "Se nel passato quest'ultima componente è rimasta in ombra - ha affermato il Capo dello Stato - già da anni si sta ponendo riparo ed anche la mia presenza oggi qui ha questo senso, lo stesso con cui due anni fa andai a Cefalonia come il mio predecessore Carlo Azeglio Ciampi che si recò in entrambi questi luoghi".

BERLUSCONI - Le parole di Napolitano echeggiavano al termine di una polemica a distanza tra i due leader di centrodestra e di centrosinistra. Ad aprire la discussione era stato Berlusconi che avvicinato a Roma dai cronisti, ad una domanda su cosa pensasse della legge in Parlamento che vuole equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani, ha risposto: "È un tema su cui non ho ancora messo la testa. Ci sono state differenze - sosteneva il premier - anche se la pietà deve andare anche a coloro che credendosi nel giusto hanno combattuto per una causa che era una causa persa. Su questo tema rifletteremo" ha concluso il cavaliere.

FRANCESCHINI - Una frase quella di Berlusconi che provocava subito la reazione del segretario del Pd, Dario Franceschini, in visita ad Onna: "Un conto è il rispetto umano ma non si può equiparare chi combattè dalla parte giusta e chi invece lottò per una causa tragicamente sbagliata". "Lo dico anche per ragioni familiari - aggiunge Franceschini - visto che mio padre partigiano ha sposato la figlia di un repubblichino. Un conto è la comprensione, altro è l'equiparazione, che non va fatta".

"È importante che il 25 aprile torni ad essere la festa di tutti. Non lo è stato negli ultimi anni mentre lo è stato per decenni quando le forze politiche mettevano da parte le contrapposizioni per ricordare le radici della nostra democrazia e costituzione e la lotta al fascismo" ha aggiunto Franceschini che chiede che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in arrivo nel paese abruzzese distrutto del terremoto, "nel suo discorso si metta in linea con la tradizione politica e culturale dell'Italia Repubblicana. Qui - afferma Franceschini - come a Filetto dove sono stato per ricordare un'altra strage nazista si sente il dolore e il dramma del terremoto ma anche la voglia di ripartire e di ricostruire perchè gli abruzzesi sono gente forte". Per il leader del Pd "bisogna trovare in questa giornata le cose che uniscono e questa dovrebbe tornare ad essere una giornata di normalità e di unità".

D'ALEMA - Anche per l'ex primo ministro ed esponente del Pd Massimo D'Alema le frasi del premier mescolano due cose che vanno distinte. "La pietà fa parte dei sentimenti umani ma non si possono mescolare i sentimenti" a quanto è accaduto nella storia perchè altrimenti "questo è solo un modo per fare confusione e sulla confusione non si costruisce nulla". "Si torna sempre sui temi che dovrebbero essere limpidamente chiari. Noi viviamo in una Repubblica democratica che fu costruita da quella parte degli italiani che combatterono - sottolinea D'Alema - per la libertà, a fianco degli alleati e contro il fascismo e il nazismo. Tutto questo si è concretizzato in una Costituzione che nella prima parte pone come fondamento comune della Repubblica proprio i valori della Resistenza".

ALEMANNO - Ma la celebrazione del 25 aprile fa scattare anche le prime polemiche anche a Roma. "Purtroppo la Questura mi ha comunicato ufficialmente che i centri sociali hanno fatto una mobilitazione a Porta San Paolo contro la mia presenza, organizzandosi anche con forme di protesta e di contestazione molto violente. Per questo motivo come atto di responsabilità rinuncio ad andare a Porta San Paolo" ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno che era stato invitato dal presidente dell'Anpi.

E in effetti al nome di Alemanno verso il palco allestito a Porta San Paolo per celebrare il 25 aprile sono partiti i primi fischi. Sul palco c'era il comandante Massimo Rendina, presidente dell'Associazione Partigiani: "Ringrazio le istituzioni, il presidente della Provincia e della Regione e anche il sindaco Alemanno, lo aspettavamo". E dalla piazza sono partiti i fischi: "Vi prego - ha detto Rendina - noi abbiamo rispetto per le istituzioni. Quello che ha detto il sindaco due giorni fa è consolante, il fatto cioè che la Costituzione sia il fondamento dello Stato democratico. Ma siamo perplessi, ci inquieta l'attenzione verso i centri sociali fascisti". Qui sono scattati gli applausi. Rendina ha proseguito ricordando che da parte del sindaco vi è stata la condanna delle "violenze neo squadriste" ma, ha aggiunto, "ci meraviglia che anche se è una piccola minoranza, spuntino manganelli e pugnali come allora".

25 aprile 2009

 

 

 

 

Nel capoluogo lombardo il corteo con Epifani, Scalfaro e Formigoni

Milano, Roma, Onna e Marzabotto:

gli italiani celebrano la Liberazione

Manifestazioni in tutto il Paese. Berlusconi, Franceschini e Casini nel luogo simbolo del sisma del 6 aprile

MILANO - A 64 anni esatti da quel 25 aprile del 1945 che segnò la fine dell'occupazione nazista, l'Italia celebra la festa della Liberazione. Una festa offuscata quest'anno dalla tragedia del sisma che il 6 aprile scorso ha sconvolto l'Abruzzo, provocando quasi trecento morti. Proprio per questo, si svolgerà ad Onna - il paese simbolo del sisma, con 40 morti su 250 abitanti - una delle celebrazioni più significative del 25 aprile, alla presenza del premier Berlusconi e dei leader dell'opposizione Franceschini e Casini.

ONNA- Nel paese simbolo del terremoto alle porte dell'Aquila, lo stesso paese che l'11 giugno del 1944 fu teatro di una strage nazista che fece 17 vittime, ci saranno in mattinata, oltre al presidente del Consiglio e ai leader dell'opposizione, anche alcuni funzionari dell'ambasciata tedesca: la Germania si è infatti offerta di ricostruire il paese.

ROMA - Nella Capitale, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano deporrà una corona d'alloro all'Altare della Patria, dove sarà accompagnato dai presidenti del Senato e della Camera Schifani e Fini, dal premier Berlusconi e dal ministro della Difesa La Russa. Dopo l'omaggio al Milite Ignoto, il capo dello Stato si recherà al Sacrario militare di Monte Lungo, dove sono raccolte le salme di 974 caduti tra il 1943 e il 1945 provenienti dai vari cimiteri di guerra. A Roma è in programma anche la tradizionale manifestazione organizzata da Anpi e studenti che partirà da Porta San Paolo e si concluderà a piazza Vittorio. I Radicali festeggeranno la una nuova "Liberazione" dal sessantennio partitocratico andando in fila indiana da Torre Argentina verso il Quirinale, passando per l'Altare della Patria. In una nota del partito di Pannella si ricorda "la prima versione del documento su La Peste italiana, sull'avvenuta sessantennale cancellazione della democrazia e dello Stato di diritto nel nostro Paese" presenta proprio oggi ed in vista "di elezioni europee che già si possono definire illegali".

Milano, un'immagine d'archivio della festa della Liberazione (Newpress)

Milano, un'immagine d'archivio della festa della Liberazione (Newpress)

MILANO - Nel capoluogo lombardo è in programma la grande manifestazione nazionale, con un corteo che partirà alle 14,45 dai bastioni di Porta Venezia per concludersi in piazza Duomo. Già annunciate le presenze di Dario Franceschini (che farà la spola da Onna), Niky Vendola e Roberto Formigoni. Non ci sarà il sindaco Letizia Moratti. Dal palco parleranno invece il segretario della Cgil Guglielmo Epifani e il Oscar Luigi Scalfaro. Parteciperà al corteo anche il leader dell'Idv Di Pietro e non è esclusa la partecipazione di qualche esponente della maggioranza, oltre al presidente della Regione. Alla periferia di Mlano, la rete "Partigiani in ogni quartiere" tornerà ad animare il quartiere Gallaratese, con una grande kermesse musicale e teatrale a cui parteciperanno artisti come Paolo Rossi, Moni Ovadia, Flavio Oreglio e Ricky Gianco. Dopo il successo dell'anno passato il centro sociale Torchiera, l'Anpi e numerose associazioni della città hanno deciso di replicare un evento che porta le celebrazioni della Liberazione anche fuori dal centro storico.

EMILIA ROMAGNA -A Marzabotto, teatro di un'altra strage nazista, sarà presente Pierluigi Bersani e un'altra importante manifestazione si terrà a Gattatito, in provincia di Reggio Emilia, dove c'è la casa dei fratelli Cervi. Per il Pd ci sarà Anna Finocchiaro.

LONDRA - La Liberazione, infine, si festeggerà anche all'estero. A Londra il neonato circolo dell'Anpi organizza nella sede dell'Inca-Cgil la proiezione del film "Senza Tregua". A seguire un dibattito e un rinfresco a base di prodotti italiani.

24 aprile 2009

 

 

 

 

il 25 aprile

Napolitano: "I valori della Resistenza

vivono nella Costituzione"

Il capo dello Stato: "Sono ideali validi per tutti, anche per chi visse diversamente gli anni '43-'45"

Napolitano: "Celebrare la Resistenza, piaccia o no partigiani fondamentali" (23 aprile 2009)

Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano

ROMA - "Il messaggio della Resistenza vive nella Costituzione". Giorgio Napolitano, alla vigilia del 25 aprile, torna a ribadire il valore della festa della Liberazione. Il capo dello Stato, nel corso di un incontro al Quirinale con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e della consegna della Medaglia d’oro al merito civile al Gonfalone delle Province di Genova e Forlì-Cesena, afferma che nella Costituzione "possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni '43-'45, quanti ne hanno una diversa memoria ed esperienza personale o per giudizi acquisiti".

EREDITA' SPIRITUALE - "Il messaggio, l'eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d'Italia vive nella Costituzione, Carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale" afferma Napolitano. "Anche la partecipazione di nostri contingenti militari alle missioni per la pace e la sicurezza internazionale, sotto la guida dell'Onu e nel quadro delle alleanze - aggiunge il presidente della Repubblica - è coerente con l'aspettativa ideale e la concreta volontà di costruire un futuro migliore, che ispirarono le decisioni dei soldati e dei cittadini italiani, all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943, quando scelsero di reagire, anche mettendo a repentaglio la propria esistenza".

LA RUSSA E MARONI - Anche per il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, "questa cerimonia ha un significato unitario particolare che contribuisce a fare del 25 aprile una ricorrenza da tutti condivisa". Per il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, il 25 aprile "fu una data incancellabile in cui nacque l'Italia libera e democratica".

D'ALEMA - Anche Massimo D'Alema interviene sul 25 aprile, giudicando "giusto" l'invito a scendere in piazza rivolto da Franceschini a Berlusconi. "L'anomalia - ha precisa l'ex ministro - era che non aveva mai partecipato al 25 aprile, un fatto doveroso anche in passato". Il 25 aprile però, è il pensiero di D'Alema, non è solo una data ma è un riferimento a un sistema di valori scritti nella prima parte della Costituzione. Qui l'attacco al presidente del Consiglio: "Ho molti dubbi sul fatto che sia coerente con questi valori, direi che spesso non lo è".

24 aprile 2009

 

 

 

 

E sul 25 aprile: è una festa di tutti, i valori dell'antifascismo furono popolari

Napolitano: "Più governabilità,

ma non si alteri la Costituzione"

Richiamo sulla Carta: "Legittimo modificarla ma servono motivazioni convincenti. Non è residuato bellico"

Il presidente Napolitano a Torino (Fotogramma)

Il presidente Napolitano a Torino (Fotogramma)

TORINO - "È del tutto legittimo politicamente" modificare la Costituzione per rafforzare i poteri del governo e di chi lo presiede rispetto al Parlamento e al potere giudiziario. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando alla Biennale della Democrazia. Occorre però, ha sottolineato, che questo avvenga "sulla base di motivazioni trasparenti e convincenti". Non solo: secondo il Capo dello Stato bisogna tenere conto che i poteri dell'esecutivo sono stati già rafforzati indirettamente modificando i regolamenti parlamentari, facendo maggior ricorso ai decreti legge e al voto di fiducia, riducendo il numero di gruppi parlamentari e rafforzando il vincolo governo-maggioranza. Le modifiche devono essere motivate in modo trasparente e convincente. Napolitano ha anche sollecitato la fine del bicameralismo perfetto e una Camera delle autonomie al posto del Senato.

"NON E' RESIDUATO BELLICO" -"La Costituzione repubblicana - ha detto ancora Napolitano - non è una specie di residuato bellico come da qualche parte si verrebbe talvolta fare intendere". Nacque, ha sottolineato, guardando lontano, e poggia "sui valori maturati nell' opposizione al fascismo, nella Resistenza" e fu concepita aprendosi alle "imprevedibili evoluzioni e istanze del futuro. Non fu mai un manifesto ideologico o politico di parte, e legge fondamentale, architrave dell'ordinamento giuridico e dell'assetto istituzionale".

"BASTA GIUDIZI SPREZZANTI" - "Rispettare la Costituzione - ha poi aggiunto il capo dello Stato - significa anche riconoscere il ruolo fondamentale del controllo di costituzionalità, e dunque l'autorità di istituzioni di garanzia. Queste non dovrebbero formare mai oggetto di attacchi politici e di giudizi sprezzanti, al di là dell'espressione di responsabili riserve su loro specifiche decisioni".

IL 25 APRILE - Napolitano ha parlato anche del 25 aprile, dicendo che "non è festa di una parte sola". "I valori dell'antifascismo e della Resistenza - ha aggiunto - non restarono mai chiusi in una semplice logica di rifiuto e di contrasto, sprigionarono sempre impulsi positivi e propositivi e poterono perciò tradursi con la Costituzione in principi e in diritti condivisibili anche da quanti fossero rimasti estranei all'antifascismo e alla Resistenza. Questo è un punto sul quale insistere. La Costituzione non è una semplice carta dei valori. È legge fondamentale e legge suprema anche e innanzitutto nel segnare i limiti entro cui può svolgersi ogni potere costituito e viene disciplinata la stessa volontà sovrana del popolo".

22 aprile 2009(ultima modifica: 23 aprile 2009)

 

 

REPUBBLICA

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2009-04-26

Il premier risponde a Franceschini che lo aveva sfidato

"Non si possono equiparare repubblichini e combattenti per la democrazia"

Berlusconi apre su Salò

"Ritiro la legge sui partigiani"

E già si scalda il fronte del Primo maggio: "Festa di tutti"

Berlusconi apre su Salò "Ritiro la legge sui partigiani"

Berlusconi ieri a Onna per il 25 aprile

UDINE - Archiviata la pratica 25 aprile, l'asticella della politica si alza di un'altra tacca: la Repubblica di Salò. Dario Franceshini chiede al Pdl di ritirare la proposta di legge che vorrebbe l'equiparazione tra repubblichini e partigiani. E per il secondo giorno consecutivo Silvio Berlusconi lancia un messaggio politico inequivocabile: sarà fatto. "Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato".

Parlando da Udine Franceschini, durante una sosta del Treno per l'Europa prima ribadisce di aver apprezzato quanto detto ieri dal presidente del Consiglio ("la lotta al nazismo fu il valore fondante dell'Italia, no all'equidistanza fra partigiani e fascisti"), ma ha chiesto fatti: "E' inaccettabile voler equiparare chi lottò e morì per la democrazia a quelli che combatterono dalla parte sbagliata. Mi aspetto che domani il Pdl ritiri la proposta di legge".

Una cosa, ha ripetuto il leader del Pd, "è il rispetto e la pietà umana per i caduti di tutte le guerre, un'altra cosa è l'equiparazione. In quella guerra c'era chi era dalla parte sbagliata, insieme al nazismo e al fascismo, e c'erano i partigiani che stavano dalla parte giusta, insieme agli alleati, per restituire all'Italia libertà e democrazia".

Insomma, lo scontro politico a colpi di memoria storica tra passato condiviso e revisionismo va avanti. Fino all'intervento di Berlusconi che ha smentito anche due suoi colonnelli che avevano accusato Franceschini di voler strumentalizzare una proposta di legge non ispirata dalla maggioranza e dal governo. La legge che vorrebbe un'equiparazione di repubblichini e partigiani è frutto, avevano detto in una nota il capogruppo Pdl Cicchitto e il vice Bocchino "di un'iniziativa bipartisan, tant'è che registrò la firma di una serie di parlamentari, non solo del Pdl ma anche del Pd".

Ma c'è un altro fronte che si apre in questi giorni e ancora una volta riguarda la memoria: la festa del Primo maggio. Dice ancora Franceschini: "E' la festa di tutti i lavoratori - dice - non è né di Tizio né di Caio, né lo sarà mai". La palla è di nuovo nell'altro campo.

(26 aprile 2009

 

 

 

 

2009-04-25

Le celebrazioni del 25 aprile

Napolitano:

"Ideali validi per tutti"

In mattinata il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio Berlusconi, i presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani presenziano alla cerimonia all'Altare della Patria. Alle 10,30 Franceschini parlerà ad Onna, in Abruzzo, poi alle 12,30 sarà la volta di Berlusconi. Alle 11 napolitano presenzierà alla cerimonia nel sacrario militare di Montelungo. Nel primo pomeriggio corteo a Milano.

Alemanno: "Rinuncio ad andare a Porta san Paolo". Il sindaco di Roma ha firmato la petizione popolare contro la proposta di legge presentata da alcuni parlamentari del Pdl per l'equiparazione dei repubblichini di Salò e partigiani

 

11:48 Genova celebra la resa dei tedeschi ai partigiani

Le massime autorità civili e militari di Genova e della Liguria hanno celebrato oggi il 25 aprile al Sacrario dei Caduti Partigiani, sotto il ponte monumentale, dove hanno deposto le corone di fiori. E' stata letta la motivazione della Medaglia d'oro al Valor Militare alla città di Genova, unica città in Europa in cui le truppe regolari tedesche si arresero alle forze partigiane e non all'esercito alleato. Ed è stato letto l'atto di resa.

11:47 Napolitano: "Rispetto e pietà per tutti"

"A nessun caduto di qualsiasi parte e ai famigliari che ne hanno sofferto la perdità si può negare rispetto e pietà. Rispetto e pietà devono accomunare tutti", ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebrando il 25 aprile al Sacrario Militare di Mignano Montelungo. "Questa è base - ha aggiunto - per una rinnovata unità nazionale, non insegnata da vecchie, fatali e radicali contrapposizioni".

11:46 Onna, protestano abitanti tenuti fuori dal centro

La decisione di formare un cordone e di limitare l'accesso al centro di Onna, il centro abruzzese devastato dal terremoto del 6 aprile, ha suscitato le proteste di alcuni abitanti, una quarantina di persone, che volevano avvicinarsi al luogo della celebrazione del 25 aprile. "Ci state rovinando questa festa", ha detto uno di loro.

11:42 La Russa: "La Costituzione resta il fulcro della nostra identità"

"La Costituzione nella sua prima parte resta il fulcro della nostra unità ed identità". Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando al sacrario di Mignano Montelungo (Caserta).

11:41 Milano, conclusa cerimonia a piazzale Loreto

Con una breve cerimonia sono stati ricordati a piazzale Loreto, a Milano, i 15 partigiani che vennero uccisi in quel luogo il 10 agosto del 1944. Davanti al monumento che ricorda quelle vittime, sono state deposte tre corone di fiori dal comune e dalla provincia di Milano e dall' Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi). "Ci vuole una nuova stagione di attuazione della Costituzione, specie dell'articolo 3", che riguarda la parità dei diritti, ha detto Antonio Pizzinato, presidente dell' Anpi Lombardia.

11:38 Alemanno, ok petizione popolare contro equiparazione repubblichini-partigiani

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha firmato la petizione popolare contro la proposta di legge presentata da alcuni parlamentari del Pdl per l'equiparazione dei repubblichini di Salò e partigiani. E' stato il consigliere comunale del Pd, Paolo Masini, a presentare al sindaco il foglio per la raccolta firme e lo ha fatto a Forte Bravetta proprio in occasione delle celebrazioni del 64esimo anniversario della festa di Liberazione nazionale.

11:27 Milano, sindaco indisposta diserta celebrazioni

Il sindaco di Milano Letizia Moratti ha disertato le celebrazioni per il 25 aprile a causa di una indisposizione. Il primo cittadino, che aveva deciso di non partecipare al corteo del pomeriggio, doveva intervenire alle cerimonie di deposizione delle corone di fiori davanti alla lapide di Palazzo Marino che riporta le motivazione dell'assegnazione a Milano della medaglia d'oro al valor militare, al sacrario dei caduti per la libertà e a quello dei caduti di tutte le guerre. Al posto del sindaco hanno rappresentato il comune gli assessori Giovanni Terzi e Mariolina Moioli. Per il Pd è intervenuto il consigliere comunale Pierfrancesco Majorino.

11:25 Napolitano al Sacrario di Mignano Montelungo

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, accompagnato dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è stato accolto con gli onori militari al Sacrario di Mignano Montelungo che custodisce le spoglie di 103 militari caduti nelle battaglie della zona di Cassino dopo l'8 settembre, combattendo insieme alle truppe Alleate contro le truppe tedesche.

11:23 Di Pietro: "Berlusconi non è il novello Partigiano d'italia"

"Berlusconi non è il novello partigiano d'italia". Lo afferma Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei Valori, che, prima di recarsi alla manifestazione dell'Anpi di Milano, ha parlato della resistenza ad "Antenna3" di Treviso. "Coloro che non stavano con chi faceva la resistenza, coloro che non l'hanno riconosciuta fino a ieri, se oggi partecipano alla Festa del 25 aprile lo fanno, ipocritamente, per comprare un po' di consenso a buon mercato - ha detto Di Pietro -. Chi ci va, ci deve credere, altrimenti la sua è una presa in giro".

11:21 D'Alema: "Peccato che Alemanno non sia venuto"

"Mi dispiace che Alemanno non sia venuto. E' comunque apprezzabile il fatto che abbia dato la sua disponibilità ma è davvero un peccato che non ci sia". Così Massimo D'Alema commenta l'assenza del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, alla manifestazione per la Resistenza a Porta San Paolo. "Mi si dice che Alemanno ha rinunciato a venire perché ci sarebbero state minacce di violenze che in ogni manifestazione - conclude D'Alema - sono sempre intollerabili. E' comunque un peccato che non sia venuto".

11:20 La Russa: "Data decisiva nella storia della nostra Patria"

L'Italia oggi ricordia "una data decisiva nella storia della nostra Patria". Lo afferma il ministero della Difesa Ignazio La Russa in un messaggio inviato alle Forze Armate e al personale civile della Difesa. "Sessantaquattro anni orsono - ricorda la Russa - con la fine del tremendo secondo conflitto mondiale, l'Italia vedeva affermarsi una nuova stagione in cui i valori della democrazia e della libertà avrebbero costituito le fondamenta del nuovo Stato".

11:19 Cicchitto e Gasparri: "Salutiamo il 25 aprile"

"Salutiamo la ricorrenza del 25 aprile 1945 che ha segnato la vittoria dell'esercito alleato anglo-americano e della resistenza italiana sul nazismo e sul fascismo". Lo affermano in una nota congiunta i capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri.

11:14 D'Alema: "Le parole di Berlusconi fanno confusione"

Per Massimo D'Alema le frasi del premier Silvio Berlusconi sulla equiparazione tra Resistenza e Salò e quindi quelle sulla pietà verso i repubblichini mescolano due cose che vanno distinte. "La pietà fa parte dei sentimenti umani ma non si possono mescolare i sentimenti" a quanto è accaduto nella storia perchè altrimenti "questo è solo un modo per fare confusione e sulla confusione non si costruisce nulla".

11:12 Marrazzo: "Dire chi stava dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata"

"Ai nostri figli dobbiamo dire chi c'era: chi stava dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata", chi difendeva le 'Mura Patrie' e chi la Repubblica di Salò. Questo il passaggio più applaudito del discorso che il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha pronunciato a Porta San Paolo. Marrazzo ha insistito sulla necessità di ricordare e trasmettere la memoria, perché non si possono dimenticare episodi come il rastrellamento del ghetto, le fosse Ardeatine, l'omicidio di sindacalisti come Bruno Buozzi, la detenzione di partigiani a Regina Coeli.

11:00 Berlusconi lascia Roma diretto in Abruzzo

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha lasciato palazzo Grazioli, diretto in Abruzzo, dove raggiungerà Onna per celebrare il 25 Aprile. Il premier è uscito dalla sua residenza romana a piedi per salutare una piccola folla che si era radunata per attenderlo.

Qualche stretta di mano e sorrisi.

10:55 Franceschini lascia Onna, Berlusconi in arrivo

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in arrivo a Onna per celebrare il 25 aprile nel paese devastato dal terremoto, non incontrerà ne incrocerà i leader dell'opposizione Dario Franceschini (Pd) e Pier Ferdinando Casini (Udc), anche loro venuti a ricordare i 17 abitanti del paesino abruzzese trucidati nel giugno del '44. Franceschini e Casini sono giunti a poca distanza l'uno dall'altro ad Onna ed hanno raggiunto separatamente la piccola piazza che ricorda la strage nazista che si trova nel cuore del paese ormai ridotto a macerie. Ma nessuno dei due, pur avendo indugiato incontrando abitanti e operatori della protezione civile, si è incrociato con il premier.

10:45 Partigiani della divisione Centrocroci ricordano caduti

Questa mattina, i partigiani della divisione Centrocroci di Varese Ligure si sono radunati per celebrare la festa del 25 Aprile al passo omonimo presso il monumento che ricorda i caduti della Resistenza. Monsignor Perinetti ha celebrato la Santa Messa alla presenza di alcuni capi partigiani e delle autorità delle Valli del Vara, del Taro e di Fornovo. Molte le manifestazioni per celebrare il 25 Aprile nel resto del Golfo del Tigullio.

10:33 Franceschini: "Non equiparare partigiani a repubblichini"

"Un conto è il rispetto umano ma non si può equiparare chi combattè dalla parte giusta e chi invece lottò per una causa tragicamente sbagliata". Il segretario del Pd, Dario Franceschini, in visita ad Onna per il 25 aprile, non condivide le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sui repubblichini di Salò. "Lo dico anche per ragioni familiari - aggiunge Franceschini - visto che mio padre partigiano ha sposato la figlia di un repubblichino. Un conto è la comprensione, altro è l'equiparazione, che non va fatta".

10:31 Porta San Paolo, fischi ad Alemanno

Fischi dalla piazza al nome del sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Sul palco allestito a Porta San Paolo per celebrare il 25 aprile c'è il comandante Massimo Rendina, presidente dell'Associazione Partigiani: "Ringrazio le istituzioni, il presidente della Provincia e della Regione e anche il sindaco Alemanno, lo aspettavamo". E dalla piazza sono partiti i fischi: "Vi prego - ha detto Rendina - noi abbiamo rispetto per le istituzioni. Quello che ha detto il sindaco due giorni fa è consolante, il fatto cioè che la Costituzione sia il fondamento dello Stato democratico. Ma siamo perplessi, ci inquieta l'attenzione verso i centri sociali fascisti".

10:26 Alemanno: "Mi dispiace, volevo rendere omaggio ai partigiani"

"Mi dispiace molto di questo fatto, perché intendevo andare a Porta San Paolo per rendere un atto di omaggio a tutte le formazioni di partigiani e di coloro che hanno partecipato alla lotta di liberazione, come atto doveroso del sindaco di Roma ed anche mio personale". Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno, a margine delle celebrazioni del 25 aprile, esprimendo così il suo rammarico per non essersi potuto recare a Porta San Paolo per una protesta dei centri sociali.

10:24 Casini a Onna: "Non c'è spazio per le divisioni"

"Essere qui con il presidente del Consiglio per noi leader dell'opposizione vuol dire che il paese va avanti prendendosi per mano e non c'è spazio per le divisioni". Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, arrivato ad Onna per commemorare la festa della Liberazione nel paese abruzzese distrutto dal terremoto. "Il 25 Aprile ha il doppio significato dell'unità nazionale e della festa di liberazione e dell'impegno a stare vicino agli abruzzesi in questa tragedia".

10:23 Palermo, commemorazione nel giardino Inglese

Si è svolta nel giardino Inglese, a Palermo, la commemorazione del 25 aprile davanti ai cippi che ricordano Pompeo Colajanni (il comandante Barbato, liberatore di Torino), e la divisione Acqui che combattè a Cefalonia. Oltre ai vertici delle forze armate e delle forze dell'ordine erano presenti il presidente della Provincia, Giovanni Avanti e il vicesindaco Mario Milone (con i gonfaloni dei due enti), il segretario uscente della Cgil Italo Tripi, esponenti di diversi partiti, deputati, senatori e rappresentanti delle associazioni di partigiani e militari.

10:06 Scalfaro: "Chi ancora polemizza è ritardato mentale"

Il presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro non ha dubbi: "Non a caso si è dovuto insistere negli anni scorsi sul concetto di resistenza allargata (di partigiani, militari, prigionieri nei lager e popolo) per fare accettare a tutti l'idea di onorare questa giornata, che deve avere appunto un significato universale. Chi ancora insiste con le polemiche dimostra di essere soltanto un ritardato mentale". Scalfaro interverrà oggi sul palco della commemorazione della Liberazione a Milano.

09:55 Franceschini: "Da oggi si torni a valori condivisi"

"Spero che oggi sia il primo passo verso il ritorno ad un Paese che sa avere valori condivisi che vanno oltre lo scontro politico". Lo ha detto il segretario del Pd, Dario Franceschini, in occasione del primo appuntamento a Filetto (L'Aquila), per le celebrazione del 25 Aprile. Davanti alla lapide che riporta i nomi delle 17 vittime della strage nazista avvenuta il 7 giugno 1944, il segretario del Pd ha osservato un minuto di silenzio e si è fatto il segno della croce.

09:35 Studenti in piazza con l'Anpi in 30 città

L'Unione degli studenti sarà oggi in piazza in oltre 30 città italiane tra cui Milano, Roma, Genova, Firenze, Napoli, Bari, Salerno, Cagliari, Trieste. Lo annuncia un comunicato dell'organizzazione secondo il quale gli studenti manifesteranno al fianco dell'Associazione partigiani italiani, per festeggiare e ricordare il giorno della liberazione.

09:33 Berlusconi: "Pietà anche per i repubblichini"

Silvio Berlusconi ha celebrato per la prima volta all'Altare della Patria il 25 aprile. Il premier poi è tornato in via del plebiscito facendo una passeggiata. Avvicinato dai cronisti ad una domanda su cosa pensi della legge in Parlamento che vuole equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani, ha risposto: "E' un tema su cui non ho ancora messo la testa. Ci sono state differenze - dice il premier - anche se la pietà deve andare anche a coloro che credendosi nel giusto hanno combattutto per una causa che era una causa persa. Su questo tema rifletteremo" ha concluso il Cavaliere.

09:25 Roma, Alemanno non sarà a Porta S. Paolo per le proteste

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno non parteciperà alle celebrazioni del 25 aprile a Porta San Paolo per le proteste dei centri sociali. "La questura mi ha informato che stanno preparando proteste violente", ha detto il sindaco.

09:14 L'omaggio di Napolitano

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto dagli applausi della folla presente, ha deposto una corona di alloro davanti alla tomba del Milite ignoto e, sulle note del 'silenzio', si è soffermato in raccoglimento per alcuni secondi.

09:09 Napolitano e Berlusconi all'Altare della Patria

Il capo dello Stato Napolitano, il presidente del consiglio e le più alte cariche istituzionali, stanno rendendo omaggio al Milite ignoto in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile. E' la prima volta di Berlusconi all'Altare della Patria.

09:08 La cerimonia ad Onna

In Abruzzo,e sempre ad Onna, ci sarà anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Nel suo discorso il premier ha annunciato che non dirà la parola comunista. Chi ha avuto modo di leggere la bozza, parla di un chiaro riferimento al 25 aprile come festa di tutti e di libertà. Ad ascoltare le parole del Presidente del Consiglio ci sarà anche il leader del Pd Franceschini che, senza alzare il tono della polemica, invita Berlusconi a tenere un discorso "non da cerimoniale".

09:06 Fitta l'agenda degli appuntamenti.

Il Capo dello Stato si recherà a rendere omaggio al sacrario militare di Mignano Montelungo, nel casertano, mentre il presidente del Consiglio sarà ad Onna, in Abruzzo, città simbolo della lotta al nazifascismo. Nello stesso luogo si recherà anche il segretario del Pd che poi proseguirà per Milano per la manifestazione nazionale organizzata dall'associazione dei partigiani. Al corteo nel capoluogo lombardo prenderanno parte anche i leader dei partiti della sinistra radicale e il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro.

09:03 La cerimonia all'Altare della Patria

La giornata di celebrazioni si apre con la cerimonia istituzionale all'Altare della Patria a cui partecipano le più alte cariche dello Stato: Il presidente della Repubblica insieme con i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani e il premier.

 

 

 

 

 

 

 

 

Alla vigilia del 25 aprile torna a farsi sentire il capo dello Stato

La Russa: "Ricorrenza condivisa". Maroni: "Data incancellabile"

Napolitano: "Ideali validi per tutti"

La fondazione di Fini: "Partigiani patrioti"

Napolitano: "Ideali validi per tutti" La fondazione di Fini: "Partigiani patrioti"

Giorgio Napolitano

ROMA - "Il 25 aprile è una data incancellabile da cui nacque l'Italia libera e democratica". Alla vigilia della festa della Liberazione, la netta presa di posizione del capo dello Stato sembra aver fatto affetto. Dopo giorni di distinguo, di partigiani "buoni e cattivi", le voci che arrivano dalla maggioranza sembrano parlare un linguaggio simili a quello di Giorgio Napolitano. Che oggi torna a levare la sua voce.

E così il ministro dell'Interno Bobo Maroni parla di "data incancellabile" e perfino il ministro della Difesa Ignazio La Russa la definisce "una ricorrenza condivisa". "Sul 25 aprile niente equivoci: il Pdl

lo celebra sta dalla parte dei valori dell'antifascismo e della resistenza" taglia corto il ministro Gianfranco Rotondi. Fino ad arrivare a FareFuturo, la fondazione di Gianfranco Fini, che si spinge oltre: "Forse è arrivato il momento se, anche da destra, soprattutto da destra, si comincia a pensare, con convinzione, senza infingimenti, che i partigiani sono stati buoni italiani. Che la resistenza è stata roba di patrioti. E non di traditori.

E Napolitano, anche oggi, torna a parlare. Ribandendo che il messaggio della Resistenza "vive nella Costituzione", ammonendo " a non ripetere gli errori del passato" e spiegando come possano riconoscersi "nell'eredità spirituale e morale della Resistenza, che vive nella Costituzione, anche quanti vissero diversamente gli anni 1943-1945, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti".

In quella Carta dice il presidente della Repubblica, si possono riconoscere anche quanti non parteciparono alla liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Ma quei principi accettano come validi e indiscutibili.

Infine arriva la conferma che Silvio Berlusconi commemorerà domani il 25 aprile prima a Roma, dove deporrà, insieme al Capo dello Stato Giorgio Napolitano, la corona d'alloro in omaggio al milite ignoto, all'Altare della Patria; poi, si recherà ad Onna, in Abruzzo.

(24 aprile 2009)

 

 

 

 

 

Dario Buzzolan e un romanzo che non prevede "revisionismi"

Sabotaggio, resistenza e guerriglia, il manuale del partigiano

Quando una scelta non vale l'altra

pagine della guerra di Liberazione

Mario Dal Pra e la disputa sull'8 settembre e i militari italiani

di MATTEO TONELLI

Quando una scelta non vale l'altra pagine della guerra di Liberazione

ROMA - "Si è messo a gridare che le scelte si equivalevano, io partigiano e lui repubblichino. Tutti e due cambattevamo per gli ideali. Gli ho detto: puoi girarla come vuoi, tanto la ragione resta ragione e il torto resta torto e la storia non la raccontano i vincitori ma semplicemente chi ha buona memoria". Basterebbe questo per dare il senso di "I nostri occhi sporchi di terra" di Dario Buzzolan (Baldini e Castoldi. 303 pagine. euro 17,50). Un romanzo che parla di uomini che hanno saputo scegliere, di prezzi da pagare. E di valori che non scoloriscono con il tempo.

La guerra è appena finita. E' il 1954, l'Italia è libera ma la scia di sangue non si arresta. Quarant'anni dopo, una figlia vede sparire suo padre Davide. Si pensa a un suicidio ma non è così. La ricerca svela una storia fatta di rancori. Di storie private che si intrecciano con quelle pubbliche. Davide è accusato di aver ucciso un repubblichino dopo la fine della guerra, per pura vendetta personale. Torna la guerra partigiana, l'odio, la morte, la delusione nel vedere, a fine guerra, che chi massacrava e torturava veniva amnistiato. E più tardi avvertire sulla pelle quel senso di messa in discussione delle scelte "obbligate" fatte quarant'anni prima. Eppoi l'amore per una donna che tiene insieme la storia. Parte così il percorso della ragazza che oscilla tra il presente e il passato. Alla fine troverà il padre. E anche la risposta alla domanda se può esistere un mondo migliore.

Sabbia negli ingranaggi. Piccoli gesti anonimi ma decisivi. Perché la guerra di Liberazione si è combattuta anche così. Non solo imbracciando un mitra ma anche minando, dall'interno, l'ingranaggio degli occupanti. Dagli archivi di Oreste Lisandri, Cristiano Armati ha tratto "Il libretto rosso dei partigiani" (Purple Press. 119 pagine. euro 9,9). Un invito al sabotaggio e alla resistenza passiva diffuso a Roma. Minuziose istruzioni, celate dalla copertina dell'orario dei treni, per operai, ingegneri, agricoltori, meccanici. Qualche esempio: "Se cade una bomba vicino alla fabbrica approfittatene per rompere le macchine"; "sbagliate la velocità delle macchine, non mettete olio lubrificante", "fate saltare le turbine aumentando il flusso d'aria nel condensatore". Ed ancora i trasporti. Ferrovie in primis: "Uno dei mezzi migliori per frenare lo sforzo di guerra tedesco consiste nell'applicare alla lettera i regolamenti. Limitare la velocità, andare al passo". Pagine che indicano minuziosamente una strada. Che per essere percorsa aveva bisogno quello che nessuno manuale avrebbe mai potuto dare: il coraggio.

Era il 1974 quando Mario Dal Pra, filosofo, dirigente del Partito d'Azione e membro del Comitato di Liberazione Nazionale, vide pubblicato "La guerra partigiana in Italia. Settembre 1943-Maggio 1944 (Giunti, pagine 336, euro 14,50,). Un libro che somma memorie e testimonianze raccolte dopo le elezioni del 1948. Mettendo una dietro l'altra le relazioni dei partigiani combattenti consegnate al Cnl. Un'opera che non piacque a Raffarele Cadorna, comandante in capo del Corpo volontari della libertà, indispettito per come Del Pra aveva accusato di disfattismo le alte gerachie dell'esercito. Ed è questo il senso delle note polemiche che Cadorna aggiunge di suo pugno al libro. Che in una frase di Dal Pra, scolpisce il senso stesso della guerra di Liberazione. Quell'unione di forze diverse, sia quelle antifasciste "già selezionate durante la lotta nascosta contro il fascismo prima e dopo il 25 luglio", sia le altre "non coincidenti con quelle antifasciste". Dall'unione di questi sforzi "nacque la guerra partigiana in Italia". E questa fu la sua grandezza.

(24 aprile 2009)

 

 

L'UNITA'

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http://www.unita.it

2009-04-26

25 Aprile, la prima volta di Berlusconi

"Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato". Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a proposito del disegno di legge che prevede la parificazione dei partigiani con i repubblichini della Rsi. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, ieri ha chiesto a Berlusconi di ritirarlo dopo il suo intervento, a Onna, sulla Resistenza.

"Mi sembra che, anche leggendo la stampa, si possa pensare davvero a superare il periodo che abbiamo alle spalle e di andare verso un comune sentimento nazionale" ha detto il presidente del Consiglio. "Ho detto - ha aggiunto Berlusconi, che oggi è giunto in Fiera a Milano per visitare il Salone del Mobile - che il 25 aprile dovrebbe veramente diventare la festa della riacquistata libertà".

"In corenza con il passo che ha compiuto il 25 aprile, chiedo espressamente a Berlusconi di venire in aula a dichiarare: "Non cambierò più la Costituzione a colpi di maggioranza"" ha subito controbattuto il segretario del Pd, Dario Franceschini, concludendo il viaggio del treno per l'Europa a Venezia.

"La nostra doverosa e sacrosanta iniziativa a difesa dei valori costituzionali su cui si fonda la nostra repubblica ha fatto si che il

Presidente del Consiglio abbia finalmente riconosciuto il valore del 25 aprile e della lotta di liberazione" ha invece dichiarato Anna Finocchiaro capogruppo del Pd al Senato.

"Nella sua fretta di farsi applaudire a sinistra, Berlusconi commette una grande ingiustizia verso qualche decina di migliaia di ultraottantacinquenni ai quali una proposta di legge vuole dare duecento euro di vitalizio. Bell'esempio di pacificazione". Così invece ha commentato Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra.

Sabato Berlusconi ha riconosciuto per la prima volta dopo quindici anni, il "valore fondante della Resistenza". Attutito però dall’accostamento al Risorgimento. Parole studiate nel primo discorso scritto e letto dal premier nel giorno della Liberazione, ma con alcuni omissis: "antifascismo", o "lotta partigiana", "dittatura fascista". E, infine, l’intervento che tronca la parola stessa nel tentativo di appropriazione del 25 aprile: "Sono maturi i tempi perché la festa della Liberazione possa diventare la festa della Libertà", ha detto il premier davanti alle macerie di Onna.

Festa della Libertà?

Libertà, parola che si associa facilmente al "suo" Popolo della Libertà, anziché ricordare la lotta di liberazione dal nazi-fascismo. Meglio inglobare il significato, levigando il confine di chi, come gli ricorda Dario Franceschini, "era dalla parte giusta e chi combatteva per una causa drammaticamente sbagliata". Dal palco di a Milano il leader del Pd blocca subito la proposta ambiguamente pacificatoria: "Quel nome l'hanno deciso i nostri padri e non si tocca, la festa della libertà deve essere tutti i giorni per gli italiani, ma il 25 Aprile continuerà a chiamarsi festa della Liberazione". Quel confine tra chi combatteva e chi ha sostenuto i nazisti a Salò è una linea pasticciata dal premier in nome della "pietà" e del rispetto verso "tutti i caduti, anche quelli che hanno combattuto dalla parte sbagliata, sacrificando in buona fede la propria vita a una causa persa". Certo poi ha chiarito, nessuna "neutralità, noi siamo dalla parte di chi ha combattuto per la nostra libertà". Però ha anche "commesso errori" e scritto "pagine oscure". La mattina, dopo aver partecipato per la prima volta alla cerimonia all’Altare della Patria con il presidente della Repubblica, Berlusconi lascia spazio all’ambiguità sull’equiparazione tra chi ha fatto la Resistenza e i fascisti di Salò: "È un tema su cui non ho ancora riflettuto", risponde ai giornalisti, ma lo farà. Franceschini, già a Onna, è indignato, lui nato da un padre partigiano e una madre figlia di un soldato di Salò. Nel pomeriggio invita il premier alla coerenza: "Faccia ritirare la proposta di legge del Pdl che equipara partigiani e repubblichini". Comunque il leader del Pd gli dà atto di aver detto "cose importanti, che la Resistenza dev’essere un valore condiviso. Ma ha avuto 14 anni per dirle e non lo aveva mai fatto".

Partigiano solo in foto

Vola alto con l’elicottero sulle case sventrare, il cavaliere partigiano solo in foto, con il fazzoletto che gli anziani della Brigata Maiella gli mettono al collo, ma non escono dalla sua bocca le parole chiave, anche se dà atto a chi "ha scritto una grande pagina della nostra storia" combattendo insieme, "comunisti e cattolici, socialisti e liberali, azionisti e monarchici". Cita Salvo D’Acquisto o chi nascose gli ebrei, ma offre ai giovani una storia anestetizzata, distorcendo materie di studio nel dire "anche la Chiesa fece la sua parte con coraggio" per evitare le persecuzioni razziali. Anche la strage nazista dei 17 abitanti di Onna sembra un errore umano per il "Bignami" di Silvio, colpito da "una ritorsione simile verso chi non aveva fatto nulla". Certo la presenza di Berlusconi il 25 aprile, ignorato dal ‘94 anche da premier, è un cambiamento, segno di un disegno che lo spinge a cercare l’unità, ma per mostrarsi come "il presidente degli italiani" sulle rovine del terremoto. Finché, magari, presidente non lo diventi davvero, previo modifica della Costituzione che ieri ha circoscritto in un "compromesso" fra padri costituenti. Ai quali attribuisce una lacuna: "Non è stata creata una coscienza morale comune", allora prematura, bensì il "valore prevalente fu per tutti l’antifascismo, ma non per tutti l’antitotalitarismo". Passerà lui la gomma sulla storia?

26 aprile 2009

 

 

 

 

2009-04-25

Franceschini replica a Berlusconi: "Non si possono equiparare repubblichini e partigiani"

Alla vigilia dell'anniversario della Liberazione, Giorgio Napolitano ha ricordato che lo spirito della Resistenza vive nella nostra Costituzione, nei valori universali di libertà che esprime e ciò spiega perchè la ricorrenza del 25 aprile è una festa che tutti gli italiani devono celebrare con spirito di unità. La lotta di liberazione, ha aggiunto il capo dello Stato, fu vissuta con lo stesso animo con cui oggi partecipiamo alle missioni internazionali di pace, missioni che dobbiamo continuare a svolgere nonostante le ristrettezze di bilancio.

"Il messaggio, l'eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d'Italia - ha detto il presidente della Repubblica – vive nella Costituzione, Carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale. In essa

possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni 1943-45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti". Alla cerimonia solenne al Quirinale hanno preso parte i ministri dell'Interno, Roberto Maroni, e della Difesa, Ignazio La Russa, e le rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche, d'arma e partigiane.

Ieri in Val Sangone Napolitano aveva riaffermato il ruolo "determinante" delle formazioni partigiane, che non si può disconoscere. Oggi ha messo l'accento sulle altre componenti fondamentali: quella popolare e soprattutto quella militare. È doveroso dire che "anche i militari" dopo l'8 settembre 1943 diedero un "apporto essenziale" alla liberazione dell'Italia, combattendo contro gli occupanti tedeschi o unendosi ai partigiani. Il capo dello Stato ha citato l'odissea, per molti senza ritorno, di centinaia di migliaia di militari italiani deportati e internati nei lager nazisti, e l'impegno d'onore di altre migliaia di militari che subito dopo l'armistizio confluirono nelle rinate Forze Armate per liberare l'Italia dall'occupazione militare tedesca.

Domattina Napolitano renderà omaggio proprio a questi ultimi, recandosi in un luogo simbolo: Mignano Monte Lungo, nell'alto Casertano, dove il 27 settembre 1943 nacque il Primo Raggruppamento Motorizzato dell'Esercito italiano (poi confluito nel Corpo Italiano di Liberazione) al comando del generale Umberto Utili. Ne fecero parte militari di tutta Italia. Al comando del generale Vincenzo Dapino, il Raggruppamento combatté contro i tedeschi coordinandosi con le truppe Alleate guidate dal generale americano Geoffrey Keyes, per sfondare la Linea Gustav nella zona strategica di Cassino. Napolitano renderà onore ai caduti di quelle battaglie.

Oltre a ricordare i caduti e i fatti, ha detto Napolitano, occorre "riflettere sull'insegnamento fondamentale e ricorrente" di quegli anni, che è ancora attuale, e che consiste nel "rifiuto di ogni forma di sopraffazione e di violenza e di conseguenza il ripudio dell'indifferenza e dell'ignavia di fronte all'offesa recata alla dignità dei popoli, ovunque e comunque si compia". Un ripudio decretato di fronte "alle conseguenze che l'arbitrio e l'oppressione, come facemmo esperienza negli anni della dittatura fascista e dell'occupazione nazista, producono ineluttabilmente: sofferenza, sottosviluppo, distruzione guerra...".

Nel corso della cerimonia sono state conferite Medaglie d'Oro al Merito Civile alle Province di Genova e di Forlì-Cesena. "È un doveroso riconoscimento - ha detto Napolitano - a popolazioni che reagirono con fermezza ad angherie, deportazioni, stragi infami e distruzioni.". La lotta di Liberazione, ha concluso Napolitano, fu fatta con enormi sacrifici e oggi "il nostro ricordo e il nostro omaggio si unisce all'impegno a non ripetere gli errori del passato".

Che sia una festa condivisa da tutti è anche l’auspicio di molti esponenti politici. Anche di destra. "Un'Italia normale? Forse è arrivato il momento se, anche da destra, soprattutto da destra, si comincia a pensare, con convinzione, senza infingimenti, che i partigiani sono stati buoni italiani. Che la resistenza è stata roba di patrioti. E non di traditori". Così Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini, motiva la decisione di dedicare un'edizione speciale al 25 aprile.

A spegnere le polemiche dei giorni scorsi contribuisce lo stesso Ignazio La Russa, ministro della Difesa, che oggi ha sottolineato il "significato unitario particolare della cerimonia di oggi, che contribuisce a fare della data del 25 aprile una ricorrenza da tutti condivisa. Condivido e siceramente apprezzo quanto detto da Napolitano". Sulla stessa linea il leghista Roberto Maroni: "Il 25 aprile non può essere cancellato" perchè "stabilì dei valori comuni che ancora oggi condividiamo". Ragione per cui "bisogna onorare quegli uomini e quelle donne che a prezzo della loro vita ci hanno consegnato un'Italia libera e democratica".

"Questo 25 aprile deve essere di svolta, la Liberazione deve essere un valore condiviso" ha invece commentato il sindaco di Roma Gianni Alemanno. "Il dato di fondo - ha spiegato Alemanno - è che la Liberazione è un valore condiviso proprio perché i combattenti furono persone di sinistra, comunisti, ma anche di destra e di centro, liberali e monarchici, ed è giusto che venga rivendicato. Lo stesso Berlusconi - ha proseguito - ha detto che domani deve essere la festa di tutti".

Di questo avviso anche l'esponente del Pd Massimo D'Alema che ha giudicato "giusto" che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi abbia deciso di partecipare alle celebrazioni del 25 aprile. "L'anomalia era che non vi avesse mai partecipato da presidente del Consiglio", ha detto. "Non può che essere considerato un fatto positivo che finalmente vi partecipi". Tuttavia, ha tenuto a sottolineare, dietro la festa per la Liberazione c’è un "sistema di valori che è a fondamento della nostra democrazia e che è scritto nella prima parte della Costituzione". E "sul fatto che Berlusconi sia coerente con questi valori ho molti dubbi", ha aggiunto, "spesso non lo è nel suo comportamento e nelle sue scelte politiche".

Se, con un certo ritardo, anche la destra decide di partecipare al giorno della Liberazione, c’è ancora una frangia estrema che non si identifica in quei valori. In alcuni quartieri di Roma, alla vigilia del 25 aprile, sono apparsi alcuni manifesti a firma Militia (formazione di estrema destra) sui quali compare la scritta "Oltre il fascismo non c'è nulla". Su altri manifesti, sempre a firma Militia, si legge: "Foibe, via Rasella, Triangolo Rosso, questa è la vostra Resistenza. Onore ai Camerati del Rsi". I manifesti, che il sindaco ha promesso di rimuovere, sono apparsi al quartiere Appio, nella zona di Piazza Bologna ed anche nei pressi di via Tasso dove sorge il Museo della Liberazione.

Per l’associazione "Veneto Fronte Skinheads", il 25 aprile "non è e non sarà mai la giornata di tutti gli italiani". Il movimento di estrema destra - in una lettera aperta - critica le dichiarazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e definisce il 25 aprile "la festa di infami e traditori". "Nei giorni immediatamente prossimi a quell'infausta data, molti piangono i propri cari caduti per mano partigiana", si legge nella nota degli skinheads veneti, secondo i quali "solo la mistificazione storica accecata dall'ideologia politica può presentare certe infami gesta come azioni valorose". Il Fronte Veneto skinheads annuncia poi che come ogni 25 aprile si recherà sulla foiba di Basovizza "a commemorare gli italiani uccisi dalla liberazione".

24 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

Napolitano: "La Resistenza vive nella Costituzione"

Alla vigilia dell'anniversario della Liberazione, Giorgio Napolitano ha ricordato che lo spirito della Resistenza vive nella nostra Costituzione, nei valori universali di libertà che esprime e ciò spiega perchè la ricorrenza del 25 aprile è una festa che tutti gli italiani devono celebrare con spirito di unità. La lotta di liberazione, ha aggiunto il capo dello Stato, fu vissuta con lo stesso animo con cui oggi partecipiamo alle missioni internazionali di pace, missioni che dobbiamo continuare a svolgere nonostante le ristrettezze di bilancio.

"Il messaggio, l'eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d'Italia - ha detto il presidente della Repubblica – vive nella Costituzione, Carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale. In essa

possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni 1943-45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti". Alla cerimonia solenne al Quirinale hanno preso parte i ministri dell'Interno, Roberto Maroni, e della Difesa, Ignazio La Russa, e le rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche, d'arma e partigiane.

Ieri in Val Sangone Napolitano aveva riaffermato il ruolo "determinante" delle formazioni partigiane, che non si può disconoscere. Oggi ha messo l'accento sulle altre componenti fondamentali: quella popolare e soprattutto quella militare. È doveroso dire che "anche i militari" dopo l'8 settembre 1943 diedero un "apporto essenziale" alla liberazione dell'Italia, combattendo contro gli occupanti tedeschi o unendosi ai partigiani. Il capo dello Stato ha citato l'odissea, per molti senza ritorno, di centinaia di migliaia di militari italiani deportati e internati nei lager nazisti, e l'impegno d'onore di altre migliaia di militari che subito dopo l'armistizio confluirono nelle rinate Forze Armate per liberare l'Italia dall'occupazione militare tedesca.

Domattina Napolitano renderà omaggio proprio a questi ultimi, recandosi in un luogo simbolo: Mignano Monte Lungo, nell'alto Casertano, dove il 27 settembre 1943 nacque il Primo Raggruppamento Motorizzato dell'Esercito italiano (poi confluito nel Corpo Italiano di Liberazione) al comando del generale Umberto Utili. Ne fecero parte militari di tutta Italia. Al comando del generale Vincenzo Dapino, il Raggruppamento combatté contro i tedeschi coordinandosi con le truppe Alleate guidate dal generale americano Geoffrey Keyes, per sfondare la Linea Gustav nella zona strategica di Cassino. Napolitano renderà onore ai caduti di quelle battaglie.

Oltre a ricordare i caduti e i fatti, ha detto Napolitano, occorre "riflettere sull'insegnamento fondamentale e ricorrente" di quegli anni, che è ancora attuale, e che consiste nel "rifiuto di ogni forma di sopraffazione e di violenza e di conseguenza il ripudio dell'indifferenza e dell'ignavia di fronte all'offesa recata alla dignità dei popoli, ovunque e comunque si compia". Un ripudio decretato di fronte "alle conseguenze che l'arbitrio e l'oppressione, come facemmo esperienza negli anni della dittatura fascista e dell'occupazione nazista, producono ineluttabilmente: sofferenza, sottosviluppo, distruzione guerra...".

Nel corso della cerimonia sono state conferite Medaglie d'Oro al Merito Civile alle Province di Genova e di Forlì-Cesena. "È un doveroso riconoscimento - ha detto Napolitano - a popolazioni che reagirono con fermezza ad angherie, deportazioni, stragi infami e distruzioni.". La lotta di Liberazione, ha concluso Napolitano, fu fatta con enormi sacrifici e oggi "il nostro ricordo e il nostro omaggio si unisce all'impegno a non ripetere gli errori del passato".

Che sia una festa condivisa da tutti è anche l’auspicio di molti esponenti politici. Anche di destra. "Un'Italia normale? Forse è arrivato il momento se, anche da destra, soprattutto da destra, si comincia a pensare, con convinzione, senza infingimenti, che i partigiani sono stati buoni italiani. Che la resistenza è stata roba di patrioti. E non di traditori". Così Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo presieduta da Gianfranco Fini, motiva la decisione di dedicare un'edizione speciale al 25 aprile.

A spegnere le polemiche dei giorni scorsi contribuisce lo stesso Ignazio La Russa, ministro della Difesa, che oggi ha sottolineato il "significato unitario particolare della cerimonia di oggi, che contribuisce a fare della data del 25 aprile una ricorrenza da tutti condivisa. Condivido e siceramente apprezzo quanto detto da Napolitano". Sulla stessa linea il leghista Roberto Maroni: "Il 25 aprile non può essere cancellato" perchè "stabilì dei valori comuni che ancora oggi condividiamo". Ragione per cui "bisogna onorare quegli uomini e quelle donne che a prezzo della loro vita ci hanno consegnato un'Italia libera e democratica".

"Questo 25 aprile deve essere di svolta, la Liberazione deve essere un valore condiviso" ha invece commentato il sindaco di Roma Gianni Alemanno. "Il dato di fondo - ha spiegato Alemanno - è che la Liberazione è un valore condiviso proprio perché i combattenti furono persone di sinistra, comunisti, ma anche di destra e di centro, liberali e monarchici, ed è giusto che venga rivendicato. Lo stesso Berlusconi - ha proseguito - ha detto che domani deve essere la festa di tutti".

Di questo avviso anche l'esponente del Pd Massimo D'Alema che ha giudicato "giusto" che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi abbia deciso di partecipare alle celebrazioni del 25 aprile. "L'anomalia era che non vi avesse mai partecipato da presidente del Consiglio", ha detto. "Non può che essere considerato un fatto positivo che finalmente vi partecipi". Tuttavia, ha tenuto a sottolineare, dietro la festa per la Liberazione c’è un "sistema di valori che è a fondamento della nostra democrazia e che è scritto nella prima parte della Costituzione". E "sul fatto che Berlusconi sia coerente con questi valori ho molti dubbi", ha aggiunto, "spesso non lo è nel suo comportamento e nelle sue scelte politiche".

Se, con un certo ritardo, anche la destra decide di partecipare al giorno della Liberazione, c’è ancora una frangia estrema che non si identifica in quei valori. In alcuni quartieri di Roma, alla vigilia del 25 aprile, sono apparsi alcuni manifesti a firma Militia (formazione di estrema destra) sui quali compare la scritta "Oltre il fascismo non c'è nulla". Su altri manifesti, sempre a firma Militia, si legge: "Foibe, via Rasella, Triangolo Rosso, questa è la vostra Resistenza. Onore ai Camerati del Rsi". I manifesti, che il sindaco ha promesso di rimuovere, sono apparsi al quartiere Appio, nella zona di Piazza Bologna ed anche nei pressi di via Tasso dove sorge il Museo della Liberazione.

Per l’associazione "Veneto Fronte Skinheads", il 25 aprile "non è e non sarà mai la giornata di tutti gli italiani". Il movimento di estrema destra - in una lettera aperta - critica le dichiarazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e definisce il 25 aprile "la festa di infami e traditori". "Nei giorni immediatamente prossimi a quell'infausta data, molti piangono i propri cari caduti per mano partigiana", si legge nella nota degli skinheads veneti, secondo i quali "solo la mistificazione storica accecata dall'ideologia politica può presentare certe infami gesta come azioni valorose". Il Fronte Veneto skinheads annuncia poi che come ogni 25 aprile si recherà sulla foiba di Basovizza "a commemorare gli italiani uccisi dalla liberazione".

24 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

 

Gli appuntamenti: Onna, Milano e Londra protagoniste della Liberazione

Sessantaquattro anni dopo, l'Italia celebra ancora una volta la festa della Liberazione, quel 25 aprile del 1945 che segnò la fine dell'occupazione nazista. Una festa segnata quest'anno dalla tragedia del terremoto che il 6 aprile scorso ha sconvolto l'Abruzzo, provocando quasi trecento morti. Ed è proprio per questo che si svolgerà ad Onna - il paese simbolo del sisma, con 40 morti su 250 abitanti - una delle celebrazioni più significative alla presenza sia del premier Berlusconi sia dei leader dell'opposizione Franceschini e Casini. Ecco nel dettaglio le principali manifestazioni.

ROMA

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano deporrà una corona d'alloro all'Altare della Patria, dove sarà accompagnato dai presidenti del Senato e della Camera Schifani e Fini, dal premier Berlusconi e dal ministro della Difesa La Russa. Nella capitale è in programma anche la tradizionale manifestazione organizzata da Anpi e studenti che partirà da Porta San Paolo e si concluderà a piazza Vittorio. Non ci sarà il capo dello Stato che, subito dopo l'omaggio al Milite Ignoto, si recherà al Sacrario militare di Monte Lungo, dove sono raccolte le salme di 974 caduti tra il 1943 e il 1945 provenienti dai vari cimiteri di guerra, per rendere omaggio simbolicamente al sacrificio di tutti coloro che sono morti per la Liberazione.

MILANO

Nel capoluogo lombardo è in programma la grande manifestazione nazionale, con un corteo che partirà alle 14,45 dai bastioni di Porta Venezia per concludersi in piazza Duomo. Già annunciate le presenze di Dario Franceschini, Niky Vendola e Roberto Formigoni. Dal palco parleranno invece il segretario della Cgil Guglielmo Epifani e il presidente emerito della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Non è escluso che alla manifestazione possa partecipare anche qualche esponente della maggioranza, oltre al presidente della Regione.

ONNA

Nel paese simbolo del terremoto alle porte dell'Aquila e che l'11 giugno del 1944 fu teatro di una strage nazista in cui furono uccise 17 persone, ci saranno in mattinata, tra gli altri, il premier Silvio Berlusconi, il segretario del Pd Dario Franceschini e quello dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Prevista anche la partecipazione di alcuni funzionari dell'ambasciata tedesca: la Germania si è infatti offerta di ricostruire il paese.

EMILIA ROMAGNA

Due le manifestazioni più importanti, quella in programma a Marzabotto, teatro di un'altra strage nazista, dove ci sarà Pierluigi Bersani, e quella a Gattatito, in provincia di Reggio Emilia, dove c'è la casa dei fratelli Cervi. Per il Pd ci sarà Anna Finocchiaro.

LONDRA

La Liberazione si festeggerà anche all'estero. A Londra il neonato circolo dell'Anpi organizza nella sede dell'Inca-Cgil la proiezione del film "Senza Tregua". A seguire un dibattito e un rinfresco a base di prodotti italiani.

24 aprile 2009

 

 

 

 

25 APRILE, IN EDICOLA SPECIALE DE L'UNITA'

A volte la Storia si impara camminando su per un bosco dell’appennino bolognese fino ai piedi del Monte Sole, chiacchierando con un ex partigiano: di quello che è stato il ruolo delle brigate nella Liberazione, di cosa si provava, poco più che adolescenti, a imbracciare delle armi per un ideale, per la libertà, per il proprio Paese. Ma quanti ragazzi sanno cos'è il 25 Aprile? Qualcuno sta raccogliendo le storie e i racconti per ripetere, per trasmettere, quelle parole quando i partigiani non ci saranno più?

Per il 25 Aprile l'Unità sarà in edicola con uno speciale di 5 pagine sulla Liberazione. E cercherà di rispondere a queste domande con gli adolescenti di Marzabotto, con i professori che quelle storie le insegnano per mestiere, con le testimonianze dei partigiani e con gli spettacoli teatrali che le portano sul palco. E, infine, avremo l'intervista ad una ragazza lombarda di 27 anni: la più giovane consigliera italiana dell'Anpi, l'associazione nazionale dei partigiani.

24 aprile 2009

 

 

il SOLE 24 ORE

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http://www.ilsole24ore.com

2009-04-26

Berlusconi: "Sarà ritirato il Ddl sui repubblichini"

26 aprile 2009

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (AP / LaPresse)

25 aprile, Napolitano: "Rispetto per tutti i caduti"

SONDAGGIO / 25 aprile: festa della Resistenza o di tutti?

COMMENTO

L'opportuno appello del Presidente (di Dino Pesole)

FOTOGALLERY

Le celebrazioni per il 25 aprile

Franceschini: "Non si possono equiparare partigiani e repubblichini"

Napolitano: "La Liberazione è la festa di tutti"

PILLOLA POLITICA / Con la mossa di Berlusconi il 25 aprile diventa bipartisan

VIDEO / Quirinale e premier: due opposte visioni (di Stefano Folli)

Franceschini incalza il premier: "Adesso basta riforme a colpi di maggioranza"

Il disegno di legge che mette sullo stesso piano i partigiani e i repubblichini? "Sarà certamente ritirato". Silvio Berlusconi dice di sì alla richiesta di Dario Franceschini. Ieri il leader del Pd gli aveva chiesto di bloccare la proposta di parificazione tra quanti combatterono per la liberazione e quanti si schierarono dalla parte della Repubblica sociale italiana. "Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato", ha detto oggi il premier Berlusconi. Il premier è tornato anche sul significato del 25 aprile e sulla possibilità di mettere da parte una volta per tutte le divisioni ideologiche. "Mi sembra che, anche leggendo la stampa, si possa pensare davvero a superare il periodo che abbiamo alle spalle e di andare verso un comune sentimento nazionale".

"Basta colpi di maggioranza". Oggi il leader del Pd, Dario Franceschini, è tornato a rivolgersi a Berlusconi, per chiedere che le "regole del gioco" siano scritte insieme: "A Berlusconi chiedo un secondo passo, dopo quello fatto ieri di venire in piazza per il 25 aprile. Dica espressamente: "Non cambierò mai più la Costituzione a colpi di maggioranza". Venga in aula e dica che la Costituzione si cambia solo con l'accordo di tutti, tra maggioranza ed opposizione".

26 aprile 2009

 

 

 

 

2009-04-25

25 aprile, il premier: "Pietà anche per i caduti di Salò"

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25 aprile 2009

Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano all'Altare della Patria (Afp)

SONDAGGIO / 25 aprile: festa della Resistenza o di tutti?

Franceschini: "Non si possono equiparare partigiani e repubblichini"

Napolitano: "La Liberazione è la festa di tutti"

PILLOLA POLITICA / Con la mossa di Berlusconi il 25 aprile diventa bipartisan

VIDEO / Quirinale e premier: due opposte visioni (di Stefano Folli)

"Rispetto e pietà per tutti i caduti". Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica,

Giorgio Napolitano al Sacrario di Mignano Monte Lungo che custodisce le spoglie di 103

militari caduti nelle battaglie della zona di Cassino dopo l'8 settembre, combattendo insieme alle truppe Alleate contro i tedeschi.

"A nessun caduto - ha detto il Capo dello Stato - di qualsiasi parte e ai famigliari che ne hanno sofferto la perdità si può negare rispetto e pietà. Rispetto e pietà devono accomunare tutti". Questa, per Napolitano, "è base per una rinnovata unità nazionale, non insegnata da

vecchie, fatali e radicali contrapposizioni". Il Capo dello Stato ha ricordato che "L'Italia visse, l'8 settembre 1943 e il periodo successivo in cui rimase tagliata in due e intimamente divisa, una tragedia nazionale da cui seppe risorgere come paese libero e democratico, animata da valori di pace, lavoro, solidarietà e giustizia che trovarono la loro magistrale e duratura espressione nella Costituzione repubblicana".

Nella mattinata alla presenza delle massime autorità dello Stato, si è svolta all'Altare della patria a Roma la cerimonia per il 64esimo anniversario della Liberazione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto dagli applausi della folla presente, ha deposto una corona di alloro davanti alla tomba del Milite Ignoto e, sulle note del "silenzio", si è soffermato in raccoglimento per alcuni secondi. Per la prima volta ha partecipato alla cerimonia anche il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi.

Berlusconi: "Pietà anche per i caduti di Salò".Il premier, a margine delle celebrazioni, ha ricordato che fra partigiani e sostenitori della Repubblica di Salò "ci sono state differenze anche se la pietà deve andare a coloro che credendosi nel giusto hanno combattuto per una causa che era una causa persa". Rispondendo ad una domanda sulla proposta di legge per equiparare repubblichini e partigiani, il presidente del Consiglio ha sottolineato di non aver opinioni in merito "in quanto - ha detto - non ci ho ancora messo la testa".

Franceschini: "Non si possono equiparare partigiani e repubblichini". A distanza gli ha risposto da Onna il leader del Pd Dario Franceschini. "Non si possono equiparare partigiani e repubblichini". Franceschini ha spiegato che "un conto è il rispetto umano ma non si può equiparare chi combattè dalla parte giusta e chi invece lottò per una causa tragicamente sbagliata".

All'Altare della patria le più alte carchie dello Stato. Alla cerimonia all'Altare della Patria hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Senato Renato Schifani, il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

25 aprile 2009

 

 

 

 

 

Franceschini: "Non si possono equiparare partigiani e repubblichini"

25 aprile 2009

"Non si possono assolutamente equiparare" partigiani e sostenitori della Repubblica di Salò,

non si può mettere sullo stesso piano "chi stava dalla parte giusta e combatteva per la libertà". Replica a distanza del leader del Pd, Dario

Franceschini, alle parole del premier Silvio

Berlusconi che nel giorno del 64esimo anniversario della Liberazione ha sottolineato che bisogna avere pietà anche per i repubblichini. Franceschini ha commentato le dichiarazioni del premier arrivando ad Onna, dopo aver visitato le macerie del paese diventato simbolo del terremoto in Abruzzo.

"Spero che oggi sia il primo passo verso il ritorno a un Paese che sa avere valori condivisi che vanno oltre lo scontro politico", aveva detto questa mattina da Filetto (L'Aquila) iniziando la sua visita in Abruzzo in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile. "Il 25 aprile - ha sottolineato il leader del Pd - è stato per molti anni e per decenni un momento di unità nazionale anche quando gli avversari politici, quando il mondo era diviso in blocchi e le grandi contrapposizioni ideologiche portavano gli avversari a posizioni molto lontane e ad essere distanti tra di loro. Però è giustamente importante che torni ad essere così perchè è indispensabile che i nostri figli non dimentichino quello che hanno fatto i nostri padri per riconquistare la liberta col sacrificio della loro vita e col sangue".

Filetto, ha detto il leader del Pd, "è un luogo lontano che rischia di essere dimenticato. Sono venuto da voi a visitare questa piccola tendopoli alcuni giorni dopo il terremoto e ho trovato anche qui un lavoro straordinario della protezione civile e la grande dignità di una piccola comunità che si è rinsaldata ancora di più in un momento di grande difficoltà come il terremoto".

Il segretario del Pd ha ricordato come in occasione della sua prima visita "nella tendopoli non c'era né elettricità né riscaldamento. Non abbiamo fatto nessuna polemica ma abbiamo segnalato questo alle autorità ed oggi ci dicono che questi problemi sono stati risolti. Qui - ha concluso Franceschini - verrà presto i freddo e quindi questo dovrà essere uno dei luoghi in cui bisognerà ripartire al più presto per il ritorno nelle case e la ricostruzione".

Dopo avere reso omaggio alla lapide che reca i nomi delle 17 vittime della strage nazista del 7 giugno 1944, Franceschini ha salutato il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, e ha lasciato Filetto per recarsi ad Onna, sempre in provincia dell'Aquila ed epicentro del sisma.

25 aprile 2009

 

 

 

 

 

Napolitano: "La Liberazione è la festa di tutti"

di Dino Pesole

24 aprile 2009

"Dai nostri archivi"

Berlusconi: "Sinistra spudorata, ha cambiato male la Carta"

Napolitano: "Sì a una revisione bipartisan di specifiche norme della Costituzione"

Nella Costituzione, figlia della Resistenza, "possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni 1943-1945 e quanti ne hanno una diversa memoria, per esperienza personale o per giudizi acquisiti". Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano torna alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile sulla necessità che sui valori fondanti della nostra Repubblica vi sia il massimo possibile di unità, anche tra forze politiche di diverso orientamento politico e ideologico. Incontrando al Quirinale le associazioni combattentistiche e d'arma, alla presenza dei ministri della Difesa Ignazio La Russa e dell'Interno Roberto Maroni, il presidente della Repubblica ha ricordato "l'apporto essenziale alla Liberazione dell'Italia, che garantirono non solo le formazioni partigiane ma anche i militari, chiamati a durissime prove già all'indomani dell'armistizio" annunciato l'8 settembre del 1943.

Parole che riecheggiano quanto lo stesso Napoletano ha sostenuto ieri nel corso della cerimonia all'Ossario partigiano di Forno di Coazze, dove sono tumulati i resti di 100 partigiani e civili. La Liberazione è la festa di tutti, non di una "sola parte", ed è giusto che ognuno decida, ma all'interno di un disegno condiviso di ricomposizione nazionale, se celebrare il 25 aprile ponendo l'accento sulla Resistenza dei partigiani, su quella dei civili oppure su quella dei militari. In poche parole, sono compatibili tutte le espressioni del moto resistenziale. Quel che è certo è che non sono ammissibili diffamazioni di sorta dell'esperienza partigiana., che fornì un contributo determinante alla liberazione dal nazifascismo. A Forno di Coazze sono sepolti solo una parte dei 300 partigiani caduti in Val Sangone, collocata all'imbocco della Val di Susa, punto strategico di controllo delle comunicazioni tra la Francia meridionale e l'Italia settentrionale.

Resistenza, antifascismo, lotta di liberazione: sono i tre assi portanti su cui si fonda la nostra democrazia, scolpite nella Costituzione. A Torino, due giorni fa, Napolitano ha lanciato alcuni messaggi inequivocabili. Il primo attiene alla controversa querelle sulle riforme costituzionali, che il presidente auspica, poiché la Costituzione non è un testo statico ma dinamico, soprattutto se in ballo vi sono le modifiche relative al potenziamento dei poteri dell'Esecutivo, al superamento dell'anacronistico bicameralismo "perfetto", al federalismo. Non si può ritenere di stravolgere la Costituzione in nome di una vera e presunta impossibilità, da parte del Governo, a esercitare a pieno le sue prerogative. Vi è lo strumento della decretazione d'urgenza e quello del voto di fiducia, cui ormai da anni si fa ampio ricorso. In più operano le modifiche già apportate ai regolamenti parlamentari ed è sempre più stretto il legame tra maggioranza parlamentare ed Esecutivo. L'altro messaggio chiaro è che i valori fondanti sono patrimonio dell'intera Nazione.

L'invito esplicito che giunge dalla massima carica dello Stato è a ricercare insieme, maggioranza e opposizione, un terreno comune, condiviso da cui partire per una riscrittura bipartisan di alcune parti della Costituzione, che è tutt'altro che un vecchio arnese, o un "residuato bellico". Occorre uno sforzo comune per ricomporre le ferite ancora aperte in un paese che ha vissuto la tragica esperienza della guerra civile. Da questo impegno deve scaturire un rinnovato riconoscimento delle basi cui poggia la nostra democrazia, basato sul corretto equilibrio tra i diversi poteri dello Stato.

24 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

25 aprile, celebrazioni all'Altare della Patria. Il premier: "Pietà anche per i caduti di Salò"

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25 aprile 2009

Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano all'Altare della Patria (Afp)

Napolitano: "La Liberazione è la festa di tutti"

PILLOLA POLITICA / Con la mossa di Berlusconi il 25 aprile diventa bipartisan

VIDEO / Quirinale e premier: due opposte visioni (di Stefano Folli)

Alla presenza delle massime autorità dello Stato, si è svolta all'Altare della patria a Roma la cerimonia per il 64esimo anniversario della Liberazione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto dagli applausi della folla presente, ha deposto una corona di alloro davanti alla tomba del Milite Ignoto e, sulle note del "silenzio", si è soffermato in raccoglimento per alcuni secondi. Per la prima volta ha partecipato alla cerimonia anche il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi.

Il premier, a margine delle celebrazioni, ha ricordato che fra partigiani e sostenitori della Repubblica di Salò "ci sono state differenze anche se la pietà deve andare a coloro che credendosi nel giusto hanno combattuto per una causa che era una causa persa". Rispondendo ad una domanda sulla proposta di legge per equiparare repubblichini e partigiani, il presidente del Consiglio ha sottolineato di non aver opinioni in merito "in quanto - ha detto - non ci ho ancora messo la testa".

Alla cerimonia all'Altare della Patria hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Senato Renato Schifani, il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

Alla vigilia del 25 aprile, il capo dello Stato ha ricordato ieri che "il messaggio della Resistenza vive nella Costituzione", nei cui valori "possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni '43-'45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti".

Al termine della cerimonia all'Altare della Patria, accompagnato dal ministro La Russa, Napolitano si recherà a Migliano Montelungo, nel casertano, dove è prevista una nuova celebrazione. Berlusconi, da parte sua, celebrerà il 25 aprile ad Onna, il paesino in provincia dell'Aquila gravemente danneggiato dal terremoto, che rappresenta anche uno dei luoghi simbolo della Resistenza.

25 aprile 2009

 

 

 

 

 

Con la mossa di Berlusconi il 25 aprile diventa bipartisan

di Emilia Patta

24 aprile 2009

VIDEO / Quirinale e premier: due opposte visioni (di Stefano Folli)

"Dai nostri archivi"

Clandestini, Berlusconi ricuce

PILLOLA POLITICA / Pdl e Lega: restano nubi su riforme e referendum

Berlusconi: "Franceschini è un catto-comunista"

IL PUNTO / Lega, Fini, riforme: le tre insidie per il "partito berlusconiano"

Fini vede Berlusconi: su giustizia e riforme intesa con l'opposizione

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa - reduce dalle polemiche contro i partigiani "rossi" - accompagnerà il presidente della Repubblica a deporre una corona all'altare della patria e poi al sacrario di Mignano Montelungo. Con loro, all'altare della patria, anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente dalla Camera Gianfranco Fini. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano si recherà alle Fosse Ardeatine. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni parteciperà alle celebrazioni nella sua Varese. Il leader della Lega Umberto Bossi festeggerà di sicuro. In piazza Duomo a Milano anche il presidente della Lombardia Roberto Formigoni. La decisione di Silvio Berlusconi di partecipare per la prima volta alle celebrazioni del 25 aprile - probabilmente si recherà a Onna, in "staffetta" con il leader del Pd Dario Franceschini - sembra aver scatenato la reazione a catena di molti big del centro-destra.

E anche se Giorgio Napolitano ha ricordato che "piaccia o no, i partigiani furono fondamentali" e il leader del Pd Dario Franceschini continua a invitare il premier a "pronunciare parole chiare sulla Resistenza", quella di sabato si appresta a essere una festa della Liberazione insolitamente bipartisan e verrebbe quasi da dire "nazional-popolare". Con la presenza alla festa del 25 aprile e con il colpo a effetto di trasferire il G-8 dalla Maddalena all'Aquila il premier ha frastornato l'opposizione. Mai come in questo momento di grande popolarità per il Governo e soprattutto per il premier il Pd è stato in difficoltà. E le elezioni di primavera, europee e amministrative, rischiano di rappresentare uno scoglio per il Pd.

L'iniziativa del leader dell'Idv Antonio Di Pietro - che in una lettera al Corriere, pur tra le polemiche, conferma la disponibilità del suo partito a rinnovare l'alleanza in tutte le amministrazioni chiamate al voto - può servire almeno a tamponare le ferite nel centro-sud. Ma il passaggio primaverile per il Pd resta comunque difficile. E Franceschini appare sempre più solo. La decisione dei big di non candidarsi alle europee - presa certo per rispetto degli elettori, chiamati a votare candidati "veri" per Strasburgo - appare sempre più come un modo di prendere le distanze dalla possibile sconfitta. E per preparare la resa dei conti al congresso d'autunno. Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta duellano sulle colonne dei giornali sul significato e l'attualità della parola sinistra, Francesco Rutelli rilancia il giovanile think tank "Fondazione centro per futuro sostenibile" e Massimo D'Alema sarà nel pomeriggio impegnato a presentare il bilancio dei cinque mesi di vita e il nuovo palinsesto di "Red tv" alla Fondazione Italianieuropei.

24 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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